FULLER E WACHSMANN. ARCHITETTURA DELLA SECONDA ETA’ DELLA MACCHINA

Considerati tra i padri fondatori dell’hi-tech, Richard Buckminster Fuller (1895-1983) e Konrad Wachsmann (1901-1980) ne sono in realtà assai distanti, perseguendo all’opposto un’architettura del risparmio delle materie prime e delle risorse energetiche, da attuarsi per oggetti (Fuller: dalla Dimaxion House alle strutture tensegrali, alla cupola geodetica) e per procedimento (Wachsmann: dal General Panel ai progetti per la USAF).

Il pensiero di Wachsmann è sempre orientato al particolare tettonico nella composizione di elementi costruttivi elementari prefabbricati e standardizzati, mentre l’oggetto isolato è al centro della ricerca di Fuller.

Americano del Massachusetts, Fuller studia all’accademia e poi ad Harvard, senza però conseguire il diploma, arruolandosi successivamente in Marina. Acquisisce una preparazione ingegneristica da autodidatta. Apologeta di una tecnologia della sopravvivenza, elabora una serie di oggetti-brevetti denominati Dymaxion, dimostrativi di una ricerca volta al rinnovamento dei modi di costruire e di abitare, attraverso il ricorso ad una prefabbricazione leggera impiegando l’acciaio e l’alluminio. Dimaxion sono l’abitazione aviotrasportabile (1927), blocco abitativo pluripiano nel cui nocciolo centrale convergono le funzioni impiantistiche e strutturali, la sua improbabile automobile a tre ruote (1933-34), così come il bagno monoblocco di un metro e mezzo di lato (1937).

Ma è la cupola geodetica l’invenzione più conosciuta e impiegata, tanto da istituirsi come eponimo tipo strutturale. Fuller sviluppa il principio universale della cupola geodetica (anch’esso divenuto brevetto) fin dalla metà degli anni quaranta, con l’intento di realizzare coperture leggere, economiche, trasportabili, tali da poter essere utilizzate nelle più svariate circostanze.

L’insieme è generato dall’intersezione di cerchi massimi di una sfera, le linee geodetiche, che ricompongono un’orditura staticamente rigida, proiettata nello spazio.

Il solido geodetico risolve il problema tecnico di realizzare un volume tendente alla sfera mediante superfici piane che conservano la rigidità dell’insieme, partendo dall’icosaedro e dal triacotaesaedro, solidi staticamente rigidi, declinati a seconda della dimensione finale voluta della cupola, in grado senza pilastri e con un peso proprio molto limitato, di contenere una cellula abitativa e coprire una città.

Molto diversa è la storia di Wachsmann. Ebreo tedesco, è allievo di Tessenow a Dresda e di Poelzig a Berlino, dove si forma come architetto nel settore dell’edilizia prefabbricata in legno.

Wachsmann riduce la progettazione a procedimento combinatorio,  puro sistema di relazioni di interdipendenza tra segmenti e punti. I segmenti (componenti) sono il frutto di una serrata ricerca del rapporto ottimale tra la costruzione e la produzione, secondo una configurazione necessaria che minimizzi ogni spreco di materiale; i punti sono i nodi (giunti) ove convergono i segmenti standard, composti in funzione delle necessità di manovra della mano per il montaggio. “Il giunto è un oggetto a funzionamento plastico, nel quale la forza si riduce di fatto a situazione, o a forma” (Argan).

Come scrive Frampton su Casabella, se Fuller aveva fatto della cupola il suo scibboleth, Wachsmann aveva reso il giunto un feticcio.

Transfugo negli Stati Uniti nel ‘40, Wachsmann si associa a  Gropius nel progetto packaged house system per la General Panel System House (1941-48) un sistema di pareti prefabbricate in legno, prodotte industrialmente con lo sfrido del 0,06% di materiale, componibili per realizzare case unifamiliari prefabbricate montabili in 8 ore da cinque operai specializzati. Segue il Mobilar Structur (1944-45), per la Atlas Aircraft Corporation, sviluppo di superfici parietali movibili in acciaio, in grado di scomporre tetto e tamponamento di ampie coperture.

L’apice della ricerca di Wachsmann coincide con il prototipo di aviorimessa per velivoli di misure eccezionali, da erigere a partire da un sistema di componenti prefabbricati, sviluppato su incarico dell’USAF a partire dal 1951. E’ l’invenzione di un sistema strutturale reticolare spaziale a sviluppo tetraedrico, realizzato in tubi d’acciaio convergenti in uno straordinario nodo universale in grado di accogliere fino a 20 tubi.

Una megastruttura “[…] che simultaneamente riusciva ad esprimere un’idea di assoggettamento della massa e dello spazio dinamico libero, ad una scala precedentemente sconosciuta[…]”.

Accosto infine, (per analogia?) le invenzioni di  Fuller e Wachsmann, le immagini delle utopie urbane sorte a cavallo degli anni ’50 e ’60 del XX secolo (Archigram in testa)  e alcune architetture di Louis Kahn, Renzo Piano, Richard Rogers e Norman Foster (e Daniel Libenskin?).

Figure costruttive e fantastiche  si combinano e avvolgono, in un gioco di rimandi reciproci, come un nodo gordiano, per delineare uno dei capitoli più emozionanti della storia dell’architettura in cui la Necessità incontra l’Immaginario .

Diego De Nardi

[pubblicato in AAA N°23/2005]

(le citazioni tra virgolette, ove non specificato sono tratte da K. Wachsmann, Wendepunkt im Bauen, trad. it. Una svolta nelle costruzioni, Milano 1960).